CILIEGIA DI VIGNOLA IGP, PER AGRINTESA STAGIONE POSITIVA NONOSTANTE IL CLIMA

In una stagione provante per il comparto cerasicolo, segnata da gelate e condizioni meteo avverse in Italia e nei principali Paesi produttori, Agrintesa esulta per una produzione di qualità in cui ha coniugato resilienza e strategia. La cooperativa, che conta 3.800 soci e rappresenta oltre il 50% della produzione e commercializzazione della Ciliegia di Vignola IGP, stima una disponibilità complessiva di 25.000 quintali di prodotto, garantendo al Gruppo Alegra un'offerta di ciliegie di alta qualità e buon calibro.
Il dato è ancor più rilevante se si considera il contesto: nel Sud Italia, la Puglia ha perso dal 70% al 100% del raccolto a causa delle gelate primaverili, e anche Spagna, Turchia e Grecia hanno registrato cali produttivi per via di un andamento climatico anomalo.
Pier Giorgio Lenzarini, presidente di Alegra, il cui Gruppo riunisce tre realtà specializzate (Alegra, Brio e Valfrutta Fresco), ha detto: “I nostri avi hanno capito che unire le forze è importante, e ci hanno trasmesso questo principio, che applichiamo con orgoglio. E andiamo oltre le polemiche, tra le quali quella di inizio anno in cui si parlava di speculazione a riguardo dei prezzi alti. Ma è necessario parlare, semmai, di costi: la ciliegia non vola dall'albero al piatto del consumatore. C'è una filiera che deve essere sostenibile”.
“I nostri areali sono stati risparmiati solo in parte, ma ciò che fa davvero la differenza sono gli investimenti fatti nel tempo dai nostri soci: coperture antipioggia, antinsetto, antigrandine e sistemi di difesa attiva”, ha spiegato Enrico Bucchi, direttore generale di Valfrutta Fresco, durante il Cherry Day svoltosi giovedì 12 giugno nello stabilimento di Agrintesa a Castelfranco Emilia (Modena). “Chi non ha fatto queste scelte oggi si trova senza prodotto. Noi, invece, possiamo rispondere a una domanda che resta alta nonostante i prezzi sostenuti: gli italiani non vogliono rinunciare a uno dei frutti più amati della stagione”.
Una tesi confermata dai dati di una ricerca NielsenIQ commissionata dal Gruppo Alegra: la ciliegia è al terzo posto tra i gusti preferiti dagli italiani, apprezzata per la croccantezza, la brillantezza e la consistenza compatta. “È un frutto atteso, un piacere irrinunciabile, specie per le famiglie con un reddito medio-alto”, ha sottolineato Bucchi, “anche con l'inflazione, l'acquisto resta stabile: la ciliegia è una coccola che ci si concede volentieri”.
Una filiera organizzata e in continua evoluzione
A rafforzare questi risultati è una filiera strutturata e tecnologicamente avanzata, come ha illustrato Cristian Moretti, direttore generale di Agrintesa: “Il nostro catasto cerasicolo si estende su 431 ettari tra Vignola e la Romagna, con oltre il 40% dei ceraseti già protetto da sistemi antibrina e coperture. Ai nostri impianti tradizionali si affiancano varietà pregiate sviluppate da breeder internazionali, che ci permettono di allungare il calendario commerciale oltre i 50 giorni, riferiti solitamente al periodo che va da metà maggio a luglio”.
La visita allo stabilimento di Castelfranco Emilia ha permesso di vedere da vicino la forza e l'innovazione al servizio della qualità. Le ciliegie vengono immediatamente sottoposte a pre-raffreddamento con Idrocooler, una tecnologia che blocca la maturazione per mantenere freschezza e qualità organolettica. Il cuore dello stabilimento è però il sistema ottico Unitec Cherry Vision 3.0, installato nel 2021, che grazie a un algoritmo intelligente e alla supervisione di tecnici specializzati fotografa ogni ciliegia più volte, individuando difetti, colore e pezzatura. Solo i frutti migliori arrivano sul mercato. Moretti aggiunge: “Nel 2016 abbiamo inserito la linea di calibrazione e segnalazione dei difetti. Senza non si riuscirebbe a qualificare la ciliegia. Invece così oggi siamo riconosciuti per un prodotto di alta qualità”.
La capacità dell'impianto è di 80 quintali/ora, un valore che pone Agrintesa tra le realtà più avanzate in Europa. Il confezionamento avviene in vaschette trasparenti in R-PET riciclato e riciclabile, unendo sostenibilità ambientale e valorizzazione estetica del prodotto. “Ci piacerebbe far diventare la ciliegia un prodotto da snack, facile da consumare anche fuori casa. Ci stiamo lavorando”, ha specificato Bucchi.
La prima fase della lavorazione, la raccolta, è stata spiegata nel cereseto dell'Azienda Agricola Ripa di Sotto, a Vignola. Si tratta dell'azienda cerasicola più grande di Agrintesa, con 16 ettari di ciliegio monocoltura. La raccolta va dal 15 maggio fino a fine giugno: ci sono sia varietà tradizionali che più innovative, con l'inserimento pure di cultivar create dall'Università di Bologna (Sweet). Le ciliegie qui hanno una buona tenuta in pianta e la raccolta è effettuata dagli operatori che la fanno staccando la ciliegia con il gambo, che ha un aspetto verde, sinonimo di freschezza. La temperatura di vaschetta sarà poi di 2-3 gradi, dovuta alla doccia fredda effettuata nell'Idrocooler.
Vignola IGP: un marchio premium. “Al lavoro per rafforzarne la visibilità”
La Ciliegia di Vignola IGP è sinonimo di eccellenza riconosciuta”, ha affermato Walter Monari, direttore generale del Consorzio di Vignola IGP, “in questa campagna stiamo registrando ottimi riscontri commerciali e qualitativi. Il nostro compito ora è rafforzarne la visibilità, attraverso iniziative nei principali Mercati, come quelle già attive a Milano e nel Lazio, per raccontare al consumatore l'unicità di questo prodotto e del territorio da cui nasce”. A tal proposito proprio nel weekend la Croce Rossa venderà in una cinquantina di piazze laziali le ciliegie Vignola IGP, commercializzate a prezzo contenuto per permettere alla realtà di cura di raccogliere fondi. “Si tratta di un'iniziativa che vorremmo estendere a tutta Italia l'anno prossimo”, chiosa Monari.
Il messaggio emerso dal Cherry Day è chiaro: in una stagione incerta, vince chi ha investito con visione e ha saputo integrare tecnologia, organizzazione e identità territoriale. Agrintesa lo ha fatto, e oggi raccoglie i frutti – è il caso di dirlo – di questo lavoro.
Francesco Bommartini
Fonte: Corriere Ortofrutticolo