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La pera dell’Emilia Romagna Igp rivoluziona il suo porsi ai consumatori

Passaggi in tv e digital e il coinvolgimento di chef per una nuova identità di consumo

“Un frutto, tanti spicchi”: la pera Igp dell’Emilia Romagna si propone con una nuova veste per ampliare il target dei consumatori, perché si tratta di un “perfetto frutto gourmet”. Se ne è parlato martedì 2 dicembre a Bologna, alla presenza di tutto il mondo aggregato regionale e degli chef coinvolti nell’iniziativa.

Giuliano Donati, presidente del Consorzio Igp, ha sottolineato che “abbiamo il compito di garantire ai consumatori il rispetto dei protocolli e promuovere la comunicazione. Dobbiamo dare valore alla nostra filiera, senza dimenticare i problemi degli ultimi anni, che hanno visto un percorso in salita. Ma oggi voglio lanciare un messaggio positivo per consolidare il comparto, dato che la richiesta di pere Igp dell’Emilia Romagna è in crescita”.

Adriano Aldrovandi, presidente di Unapera (Associazione di produttori nata nel 2021) ha ricordato lo scopo: spinta commerciale, fare ricerca e marketing. “Ci reggiamo su due colonne: l’Igp e Unapera, che è un’associazione di OP-Organizzazioni di Produttori. Abbiamo internalizzato tutte le funzioni e quindi facciamo con le nostre risorse. Siamo un bell’esempio, nel mondo agricolo, di fare sistema”.

Alberto Garbuglia, del comitato direttivo di Unapera, ha detto che “grazie all’aggregazione si può svolgere una più puntuale ricerca tecnica e varietale, per rinnovare una filiera che per troppi anni è rimasta statica. Stiamo lavorando affinché il frutto sia sempre più distinguibile per il consumatore, facendo leva sull’Igp. Quindi… occhio al bollino verde”.

Una sfida creativa per gli chef che sono stati chiamati a dare il proprio contributo, in un progetto (il perfetto frutto gourmet) promosso e sostenuto dal Ministero delle Politiche agricole. Sei gli chef coinvolti, per 12 ricette gourmet.

Paolo Bruni, presidente del CSO, ha ricordato come è nata l’idea di Unapera, l’8 luglio del 2020: “Un progetto dove a partecipare è tutto il mondo aggregato (con una collaborazione pubblico-privato) non ha precedenti in altri settori dell’ortofrutta. Nonostante gli abbattimenti di questi anni, la pera è ancora il frutto più coltivato in Emilia Romagna e rappresenta circa il 30% di tutta la frutta regionale. La pera non è assolutamente finita, ma si è solo ridimensionata, questo sì. Oggi però abbiamo un’organizzazione unica nel suo genere”.

Manuel Manfredi, (del comitato direttivo Unapera) ha affermato che “le pere in Emilia Romagna rappresentano il 60% della pericoltura nazionale. In 7 anni, in Regione sono stati persi 8000 ettari. È aumentato l’import dall’estero, superando le 120mila tonnellate con un +40% rispetto al periodo precedente. Solo che non vi è reciprocità: noi non possiamo utilizzare tanti principi attivi, mentre all’estero hanno meno vincoli e noi compriamo le loro pere. Stiamo comunque investendo sulla ricerca per impianti resilienti, con varietà resistenti e, nel medio periodo, intendiamo aumentare le superfici”.

Dai dati presentati, in collaborazione con il CSO, la produzione di pere in Italia sta vivendo un momento di profonda crisi: la media produttiva si è dimezzata, passando dalle 728.000 tonnellate del periodo 2015-2018 alle 365.000 del periodo 2019-2025. In questo quadro, l’Emilia-Romagna, da sempre culla produttiva per eccellenza di questo frutto, è passata da 494.000 tonnellate a 226.000, con un calo del 54%. Se dieci anni fa rappresentava dunque il 67% del totale Italia, oggi il suo peso si è ridotto al 61%.

Forte anche la riduzione delle superfici coltivate. Se in Italia, tra il 2018 e il 2025, si è passati da 30.000 a 19.600 ettari, in Emilia-Romagna si è registrata una riduzione da 18.300 a 10.500 ettari, per un potenziale produttivo di 300 mila tonnellate. Contestualmente, si registra un aumento di importazione da Paesi esteri, che ha ormai superato le 120.000 tonnellate. Diventa quindi sempre più strategica la valorizzazione del frutto tramite la certificazione IGP: dal 2016/2017, gli ettari certificati IGP sono passati da 700 a circa 3.600, con un potenziale di commercializzazione di 90.000 tonnellate e un raddoppio delle quantità commercializzate nel 2025/26 rispetto alla campagna precedente.

Claudia Iannarella, responsabile marketing Valfrutta Fresco, ha illustrato chi sono i consumatori di pere. “La frequenza di consumo cresce con l’aumentare dell’età. Gli adulti le consumano per lo più a fine pasto, i giovani più a colazione o come snack. La fascia di età che ne consuma di più è quella oltre i 55 anni. Però è in crescita il mondo dell’infanzia. Per il 13% del campione, la pera è il frutto preferito. Lo scopo delle campagne marketing punta a stimolare i consumatori più giovani, facendo leva sulla dieta bilanciata e puntando sulla colazione o i momenti snack spezza-fame”. Il tutto sulla base di una ricerca NielsenIQ condotta per Alegra.

Luca Pagliacci, responsabile marketing ha esordito con una citazione ‘Nessuno, al giorno d’oggi, esclusa la Zecca dello Stato, può fare soldi senza pubblicità’. Dobbiamo far passare la pera da frutto secondario a frutto di consumo primario (edonistico, salutistico, appagante). Abbiamo due target: vogliamo stimolare i consumatori più giovani e, dall’altra parte, il canale horeca. Abbiamo realizzato un spot in studio, un filmato breve, di 15 secondi, che colpisce e attira l’attenzione. È in onda in tv e sui social. Il claim è “Coltivata dove il gusto ha le sue radici”, ma le immagini riguardano i tipi di consumo, non i campi o gli agricoltori. Un altro spot (brand video) invece riprende anche i campi.

Un altro spot coinvolge Paolo Bonolis e Luca Laurenti (Canale 5, 14 passaggi in fascia pre-serale nel loro programma).Ancora un altro spot sarà inserito nella trasmissione Affari Tuoi di Rai1. In generale, la campagna promozionale su tutti i canali arriverà fino a febbraio. Questi progetti hanno bisogno di tempo e continuità, per più anni. Ringrazio il team e tutto il gruppo, ma soprattutto gli eroi di questa partita, cioè i produttori perché mettono una grande passione nonostante tutte le difficoltà”.

L’assessore regionale dell’Emilia Romagna, Alessio Mammi, ha elogiato l’attività fin qui svolta e ha garantito il sostegno della Regione. “È una scommessa vinta perché è una campagna ben calibrata e diversificata. Si rivolge a soggetti diversi. Anche per me i produttori sono degli eroi e il mio primo pensiero va a loro e li voglio ringraziare perché hanno resistito e ci hanno creduto, esempio concreto della tenacia che caratterizza la nostra terra. Dobbiamo invertire il trend del calo dei consumi di ortofrutta. Serve più educazione alimentare.

Questi gli chef coinvolti: da Michele Bacilieri di Cucina Bacilieri (Ferrara) a Tommaso Zoboli di Patrizia (Modena), da Jacopo Ticchi di Da Lucio (Rimini) a Stefano Guizzetti di Ciacco Lab (Parma e Milano), da Federico Zappalà di 142 Restaurant a Salvatore Amato de I Conoscenti, affiancato da Mattia Tubita, una serie di creazioni uniche e altamente scenografiche, per una mappa del gusto che tocca alcune delle aree di produzione più vocate della Pera dell’Emilia Romagna IGP.

A supporto del progetto, una sezione dedicata del sito web del Consorzio arricchita da video-story sugli chef coinvolti e il ricettario completo oltre ad una campagna di comunicazione nazionale e multicanale sui principali portali e riviste di settore in partenza a dicembre.

Per maggiori informazioni: https://peradellemiliaromagnaigp.it/

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