Produzione biologica: informativa ai Soci

Un comunicato di Ufficio Tecnico e Ufficio Qualità relativo alla presenza di fosfiti sui prodotti ortofrutticoli.

Produzione biologica: informativa ai Soci

Con la presente si informano tutti i Soci in regime di coltivazione BIOLOGICA o CONVERSIONE che, fin dal 2014 è emerso in maniera grave il problema della presenza di residui di acido fosforoso nei prodotti ortofrutticoli biologici, con conseguenti
contenziosi commerciali con clienti di vari Paesi europei.

Su richieste delle organizzazioni di settore (FEDERBIO in primis), alcuni progetti di ricerca e relative indagini hanno dimostrato che la contaminazione può avere solo due origini:

  • utilizzo fraudolento in campo di fosfiti o Fosetyl Al, non ammessi in biologico;
  • contaminazione accidentale conseguente l'utilizzo di mezzi tecnici (in particolare prodotti a base di rame) ammessi in biologico, ma che sono risultati contaminati - accidentalmente durante il processo di produzione industriale - da quantità importanti di fosfiti.

I dati disponibili accertano, inoltre, che la persistenza dei fosfiti nel legno delle piante arboree è notevole e potrebbe durare anche oltre 3 anni, traslocando lentamente, ma in quantità significativa dal legno a foglie e frutti.

Il problema delle contaminazioni investe in modo particolare gli agricoltori biologici - o che da poco hanno avviato il processo di conversione — che, avendo utilizzato mezzi tecnici ammessi (ma contaminati a loro insaputa), corrono il rischio di raccogliere e conferire in Cooperativa prodotti ortofrutticoli con residui di sostanze non ammesse e quindi non certificabili come “biologici”.

Sulla base di tavoro svolto da FEDERBIO insieme agli organismi di certificazione autorizzati, le nuove disposizioni redatte dal Tavolo di Filiera Ortofrutticola prevedono che, da gennaio 2019, in caso di positività di solo acido fosforoso in misura superiore a 0,01 mg/kg non ci sono le condizioni per definire il fenomeno un falso positivo e pertanto gli Organismi di Controllo dovranno procedere ad indagini per valutare l'origine della presenza di fosfiti, con ampia possibilità di non vedere riconosciuto il prodotto come “biologico” e relative conseguenze.

A tal proposito, la scrivente Cooperativa, qualora sui prodotti in acquisto o in conferimento, previa determinazione analitica presso laboratorio accreditati, dovesse riscontrare metaboliti fosforosi con un livello superiore a quanto previsto dalla nuova normativa, identificherà il prodotto a parte, al fine di svolgere tutti gli accertamenti, riservandosi comunque la segnalazione agli Organismi di Certificazione preposti al fine di meglio comprendere l'origine di metaboliti non consentiti rilevati sulla merce.

La valorizzazione dei lotti con presenza di fosfiti superiori ai limiti fissati dalla norma sarà differenziata da quella dei lotti esenti; nel caso non sia possibile il collocamento commerciale dei suddetti lotti o gli Organismi di Certificazione non ne abbiano giustificato la presenza verranno valorizzati come prodotto “Convenzionale”.


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